Bisogna fare attenzione quando si parla di momentum, in modo da non confondere le idee e nemmeno venire confusi. La traduzione corretta di momentum (o momento) è quantità di moto e può differenziarsi in lineare o angolare.
Iniziamo dal momento lineare. Newton gettò le basi della dinamica, la teoria matematica del moto, capendo che il comportamento naturale dei corpi prevede che essi si muovano in linea retta a velocità costante. Definì momento lineare il prodotto della massa di un corpo per la sua velocità, che a sua volta è definita come la velocità in una particolare direzione. Infatti, se viene esercitata una certa quantità di forza su un corpo, esso acquisisce velocità verso una direzione, e inoltre, la quantità di moto generata non potrà essere fermata, a meno che il corpo in movimento non venga rallentato o frenato da forze esterne. Questo concetto è racchiuso in una legge fondamentale della natura chiamata Legge di conservazione della quantità di moto (Law of conservation of linear momentum). Il momento lineare è quindi una proprietà di un oggetto che è in movimento e cambia posizione rispetto a un punto di riferimento, spostandosi lungo una linea retta. Mentre, se l’oggetto non cambia solo la posizione, ma anche la direzione rispetto al punto di riferimento, iniziando a ruotare su sé stesso, si parla di momento angolare. Ecco che troviamo la Legge di conservazione del momento angolare (Law of conservation of angular momentum), che è l'equivalente rotazionale della Legge di conservazione della quantità di moto.

Pensate a una danzatrice. Correndo, saltando o lasciando semplicemente cadere il suo peso verso una direzione, genera una potenziale quantità di moto lineare, in cui il corpo crea movimento senza sforzo. Invece, se prima o durante l’azione la danzatrice dà un impulso muscolare per modificare la propria direzione, inizia a generare una quantità di moto rotazionale che la porta a ruotare su sé stessa, acquisendo il cosiddetto momento angolare. Le pirouette e i giri ne sono un grande esempio.
Ma cosa significa veramente usare il momentum? Supponiamo che, preparandoci per un viaggio di un giorno in automobile, desideriamo essere pronti per soddisfare i bisogni richiesti dal nostro organismo, come la sete. Probabilmente porteremmo con noi una bottiglia contenente abbastanza acqua per usufruirne durante il giorno. Bene, parlando di danza, sostituiamo l’acqua con il momentum e avremo una valida analogia. Quando danziamo ci sono movimenti in cui si genera una potenziale quantità di moto lineare o rotazionale, ma piuttosto che usarla nell’attimo in cui viene generata la possiamo conservare per sfruttarla in un secondo momento.
Prendiamo come esempio la corsa, per quanto riguarda il momento lineare. Se lasciamo cadere in avanti il nostro corpo, abbiamo generato già una potenziale quantità di moto lineare. In questo caso, per conservare il momentum possiamo respingere il nostro peso in caduta passo dopo passo, lasciando evolvere l’azione in una corsa. Più lasciamo cadere in avanti il nostro peso e più la corsa aumenta di velocità. Conservando questa quantità di moto, abbiamo la possibilità di sfruttarla in un secondo momento, ad esempio indirizzandola nell’esplosiva creazione di un salto, oppure di altri movimenti.
Ora passiamo al momento angolare, prendendo come esempio i fouetté. Ad ogni plié la spinta del piede di terra genera nuova forza per creare un movimento rotazionale. In fisica possiamo chiamare questa azione di spinta torque: una forza che tende a creare una rotazione. Nel frattempo, la gamba sostenuta di lato porta una massa significativa generando anche lei un movimento rotazionale, in collaborazione col piede di terra. Gran parte di quella massa viene portata lontana dall’asse verticale di rotazione, facendo sì che il momento di inerzia aumenti, mentre la velocità angolare diminuisce. Ecco, è soprattutto in quella gamba che il momentum può essere conservato e utilizzato in un secondo momento. Lo stesso accade nelle braccia. Così, quando la danzatrice durante i fouetté sfrutta nuovamente il torque, e avvicina a sé la gamba e le braccia, acquista nuova energia, ruotando più velocemente; diminuisce il momento di inerzia, e aumenta la velocità.
Parlando di danza, possiamo dire che il momentum è un flusso di movimento a cui il corpo non oppone resistenza, ma ne permette la dinamica naturale. Ha origine da un impulso muscolare, che può essere un’azione di rilascio oppure una certa quantità di forza usata per iniziare il movimento. Si possono utilizzare degli impulsi muscolari anche durante l’azione, per fare rimbalzare il flusso di movimento in una direzione o l’altra. È possibile quindi sfruttare l’energia dello stesso momentum per creare uno o più movimenti. L’azione si radica anche spiritualmente nella capacità dell’essere umano di lasciare andare e di riconoscere invece quando è il momento giusto di entrare in azione.
Nella danza moderna americana, agli inizi del ‘900, per distaccarsi dalla ricerca di un movimento artefatto, i danzatori hanno cominciato a visualizzare il movimento come un flusso di energia dinamico, ponendo più importanza a ciò che si trova tra una posizione e l’altra piuttosto che alle posizioni stesse. La scoperta del movimento come elemento costitutivo della danza, nello stesso modo in cui il suono è l’elemento costitutivo della musica, è una delle quattro importanti scoperte della danza moderna. La consapevolezza del momentum diventa così una componente fondamentale, che permette al danzatore di sentire il movimento come un flusso dinamico, e allo stesso tempo di muovere il corpo in modo efficiente.
Vi lascio qui sotto un interessante video che parla del momentum durante le pirouette!
Scritto da Matteo Mascolo.
Traduzioni: Testo tradotto in inglese da Alberto Rabachin e Bianca Pasquinelli, in spagnolo da Matteo Mascolo.
Fonti: Le informazioni derivano dai miei personali percorsi di approfondimento sulla fisica e sul movimento.